walter
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 | Titolo: Viaggio in Irlanda parte 4 di 4  Sab 24 Mag 2008 - 10:54 | |
| | Scritto da Guido | | giovedì 22 maggio 2008 |
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"Appunti di viaggio, Irlanda, Maggio 2008
tutto quello che si deve sapere, veramente."
"Monastereden, Domenica 11 Maggio 2008, ore 6.30 locale"
Da dove cominciare a parlare di questa giornata? Forse dall’inizio, con un piccolo prologo. Il nostro carissimo “tour operator” ci aveva avvertito che sarebbe dovuto rientrare a Roma in questo giorno. Quindi il programma, molto semplicemente, sarebbe dovuto essere: ci accompagnano a pesca, la guida accompagna lui a Dublino, nn ci viene a riprendere e continuiamo a pescare. Fin qui sarebbe tutto normale, con il nostro consenso perché in realtà tanto normale la cosa non è. Per precisione dei fatti va detto che il posto di pesca che tanto ci aveva entusiasmato il giorno prima lo avevamo raggiunto con 5 minuti di strada a piedi dal momento del parcheggio. La cosa sembrava facile.
Così, domenica, ci svegliamo tutti all’alba e siamo pronti. Arriviamo, con il pulmino e la jeep, in uno spiazzo di campagna che non era lo stesso, lo sapranno loro pensammo. Ci indicano, gli nn, il sentiero da percorrere per raggiungere lo spot. Nel frattempo scopriamo che andranno a Dublino, circa 2,5 ore di macchina, con il pulmino del gruppo. E la benzina? Vabbhè! Io e Daniele gli chiediamo di lasciarci almeno le chiavi della jeep, non si sa mai, che ci vengono negate adducendo che entro le 11.30 12.00 nn sarebbe stato di ritorno. Occhei! Se ne vanno, cominciamo a camminare, qualcuno più spedito per accaparrarsi la gloria del primo lancio senza curarsi della nostra preoccupazione delle chiavi. Passa il primo km, passa il secondo, non si arriva mai.
Camminare in mezzo ad acquitrini e piccole zolle di torbiera con stivali ed armamentari vari non è proprio una passeggiata. Da non dimenticare che il gruppo comprende un bambino di undici anni. Non si arriva mai, parte la prima telefonata per chiedere spiegazioni, risposte vaghe. Sfranti come non mai, neanche alle otto del mattino, arriviamo in questo posto che tanto ci era piaciuto. Daniele si preoccupa di fare una telefonata a nn per farci portare almeno il pranzo, Hamburger e patatine per tutti. Cominciamo a pescare, quelli che non lo hanno fatto il giorno prima prendono la barca, Daniele ed Edoardo la bacinella, gli altri da riva. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Ricapitoliamo un attimo. Siamo in sette persone, uno di noi il giorno prima era scivolato in quello stesso punto nell’acqua rompendo una canna da pesca, abbiamo un bambino di undici anni, siamo in un non precisato punto dell’Irlanda in mezzo alla campagna, sulla riva di un lago. Passano le ore ed intanto alla barchetta finisce la benzina, non ne abbiamo altra oltre quella che era nel serbatoio, da non credere. Ancoriamo la barchetta e torniamo indietro a piedi, forme di vita oltre a noi, i lucci e le anatre non se ne vedono. Intanto passano le ore … Passa mezzogiorno, passa l’una, passano le due e passano anche le tre. Ovviamente il telefono del nostro Sergio è irraggiungibile, sarà in aereo. La guida Irlandese, che Irlandese non è, compare alle quattro del pomeriggio, senza pranzo, senza scuse, la prima cosa che ci chiede è la barca dove sia! Vola il primo bel vaffanculo della vacanza. Ma se fosse successo qualche cosa a chi chiamavamo? E soprattutto dove stavamo? Senza dimenticare che avevamo con noi un bambino sicuro, forse anche due. Ci facciamo restituire le chiavi del pulmino e ce ne andiamo, percorso inverso, avvelenati, sfiniti, affamati, soli!
E’ vero che Stefano ha catturato un bel luccio, che me ne è scappato uno sotto la barca che era grande come la barca stessa, ma, purtroppo, nessuna gioia smorza il rodimento se le due cose avvengono contemporaneamente.
Andiamo a mangiare, torniamo verso casa e strada percorrendo incontriamo la guida , vorrebbe 100 € per la benzina, pazzesco. Non faccio considerazioni per non essere querelato a mia volta. Si, avete capito bene.
Solo per l’Irlanda me ne vo …
Siccome siamo qui per pescare, fa buio tardi, verso le 21.30 ora locale, dopo essere passati a casa, io, Walter, Daniele, Peppe ed Edoardo ce ne torniamo a pesca sul Lough Gara, 10 [Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]minuti da Monastereden. Peschiamo dalla riva, l’acqua, nel suo punto massimo, non è più alta di 130 cm. Walter stampa il primo luccetto da circa un kg e mezzo. Almeno qui dove ti fermi fermi peschi. Mi allontano un po’, sempre nell’ansa, cannucce, ninfe, tra cui il mio tormentor fa le giravolte e il colpo secco arriva d’impeto. La canna è piegata all’inverosimile, una lotta estenuante, tanto che pensavo di averlo preso veramente grosso. Pesa quasi quattro chili, ma ha un suo valore tutto intrinseco. Siamo soli in un posto sconosciuto.
Alla fine si torna a casa senza sapere se ridere o piangere. Si cena, ci si racconta della brutta esperienza del giorno.
Oggi a sangue freddo mi rendo conto di quanto fosse ancora più grave di come l’abbiamo vissuta. Non posso non ripetermi: e se fosse successo qualche cosa?
Oggi saprei dirvi benissimo dove siamo stati ogni singolo giorno della nostra permanenza in Irlanda. Sarei, forse, in grado di prepararmi un itinerario da solo, grazie ad internet, i libri, le mappe e le guide di pesca. Anzi, grazie a questa esperienza, ho divorato centinaia di pagine che parlano del luccio in Irlanda. Ma allora non sapevamo veramente niente. Così soli, soletti, ci svegliamo al mattino.
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