Dal Sito del GSI
Valeriani
Il British farm animal welfare council nel 1979 enunciò il principio delle cinque libertà per la tutela del benessere animale:
1.libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione;
2. libertà dai disagi ambientali;
3. libertà dalle malattie e dalle ferite;
4. libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche;
5. libertà dalla paura e dallo stress.
Il 15 ottobre 1978 nella sede dell’UNESCO a Parigi è stata proclamata la “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale”
Nel 2004 in Italia nasce la Legge 20 luglio, n. 189 che disciplina il divieto di maltrattamento degli animali.
Nel 2010 per la prima volta, grazie alla coraggiosa denuncia delle associazioni di pesca vengono condannati i responsabili di maltrattamenti e violenze operati durante i recuperi degli svasi.
Gli inquirenti dopo accurate indagini hanno scoperto che il pesce recuperato non veniva liberato nel più vicino sito naturale ma venduto e barattato con altro pesce da “gara” per la pesca al colpo.
Hanno recuperato pesce per venderlo e barattarlo e non per salvarlo, per finalità che vedono un vantaggio di pochi a danno dell’ambiente e dell’intera comunità.
Tutti i soggetti responsabili sono stati puniti a norma di legge.
Che questa storia generi un duplice monito:
chi compie simili nefandezze e violenze sappia che sarà punito
chi assiste o sa denunci
Il futuro dipende dalla responsabile coscienza di ognuno di noi.
https://www.youtube.com/watch?v=wQ1e7OkDfl8
Dal Sito del GSI
Milillo
Oggi ci è stato comunicato dalla Procura di Bologna l'archiviazione per l'art 544 del Codice Penale per i responsabili di questo scempio.
La legge italiana li ha puniti per tutte le leggi amministrative inerenti il trasporto, lo stoccaggio, la gestione documentale e sanitaria ma non per il 544 CP: maltrattamento di animali...
E' una sconfitta?
No...
E' solo l'ennesimo passo in avanti verso una gestione più equa della vita acquatica: e ad oggi rappresenta la condanna più esemplare a tema.
Non mi stancherò mai di dirlo: chi sà di simili atrocità denunci...perchè se non parte da noi, dal mondo della pesca sportiva, la freddezza ed il disinteresse verso quest'aspetto della vita animale sarà sempre disatteso.
Alla luce di questo vi ripropongo le parole dell'Assessore all'agricoltura che si è espresso sulla manifestazione di Bolsena:
Notoriamente la pesca a questa specie ittica non è praticato dai professionisti, proprio per il basso valore che la carpa ha sul mercato. E’ senz’altro una specie appetibile solo agli sportivi. E comunque al di fuori dei periodi di divieto (15 maggio 30 giugno) i pescatori professionisti possono pescare con gli attrezzi consentiti (rete tramaglio localmente denominata bastardone) e vendere il contenuto del pescato a chicchessia: è il loro mestiere.
Meditate...
Sab 19 Giu 2010 - 4:30